Nel Golfo di Taranto , a mt. 40 sul livello del mare, sorge Pulsano che, con la sua marina, ha origini remote. La zona costiera infatti reca tracce di una sua frequentazione antropica dal neolitico fino all’VIII secolo a:C. circa. Gli scavi archeologici hanno messo in luce, nella zona cosiddetta di “Torre Castelluccia”, una tipologia insediativa dell’Età del Bronzo, in unità di abitato e necropoli, legata anche ai rapporti micenei che interessano l’arco Jonico alla fine del XV secolo a.C..

Presumibilmente scorribande e saccheggi di pirati costrinsero i pacifici abitanti delle zone costiere a spingersi verso l’interno, alla ricerca di un territorio ugualmente fertile ma più protetto e distante dal mare. Così tutto il suo territorio reca i segni della sua plurisecolare storia. Il nome Pulsano è sicuramente attestato a partire dall’XI secolo d.C. e diverse sono le ipotesi circa la sua origine.

C’è chi fa derivare il suo toponimo dall’espressione: “ab insigni abitantium pulsu”, cioè dal polso forte degli abitanti, o dal “gioco del polso” praticato dai soldati di guarnigione. Altri fanno riferimento ad un eventuale presidio militare posto a guardia della marina: militis a pulsu Pulsanus dictus ubique.

Quest’ultima appare l’ipotesi più convincente dal momento che “polso” vale anche per vigore, forza, potenza di milizia e potrebbe essere stato usato dunque col significato di “sentinella” a difesa di Taranto.

 

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CENNI STORICI 

Agli inizi del II millennio d.C. Pulsano aveva la sua Torre quadrata come ritrovo per la caccia agli uccelli acquatici che erano allora diffusi nella zona. Trascorso il 1100 , in questa torre trovarono riparo i pulsanesi attaccati dai pirati.

Caratteristiche tecniche ed ambientali e ragioni di utilità spinsero il principe De Falconibus ad acquistare il castello e trasformarlo in breve in una piazzaforte, dotandolo di cinque torri, secondo la forma che ancora oggi conserva. Nel 1480 Giovanni Antonio De Falconibus partì alla volta di Otranto insieme a 400 fanti volontari, tra cui, una quarantina di pulsanesi.

Ma, giunti in terra d’Otranto per difendere la Puglia da Maometto II da Costantinopoli, vi trovarono una morte autorevole in un martirio mai dimenticato. Sergio I Muscettola fu il primo del casato ad ottenere il feudo di Pulsano acquisendo il titolo di principe di Leporano e barone di Pulsano.

La rivoluzione antispagnola di Masaniello a Napoli del 1647 contro la tassa sulla frutta, diede forza a quanti, in questi luoghi, volevano protestare contro il potere totalizzante dei governanti. Il popolo locale insorse contro il Muscettola e le imposte richieste. Una terribile pestilenza del 1656, ridusse in modo significativo la popolazione locale. Successivamente anche Pulsano volle simboleggiare con “l’albero della Libertà” l’appartenenza alla repubblica partenopea e la fine del governo borbonico. Presto però, la restaurazione borbonica portò all’abbattimento dell’albero e ad una nuova sudditanza ai sovrani.

Pulsano ebbe un assetto carbonaro piuttosto consolidato, che indusse ad un acceso patriottismo ed impose al Principe Giovanni Antonio Muscettola di promulgare la Costituzione. I Muscettola ebbero la proprietà del castello di Pulsano fino agli inizi del ‘900, quando la mancanza di eredi maschi decretò l’estinzione del casato. Da allora il territorio fu frazionato ed il castello, per sovvenzione dell’illustre concittadino Giovanni Giannone, divenne proprietà del Comune di Pulsano.